Racconti

momenti ottimali nell'esperienza scout

Guardare all’indietro


L’episodio a cui, più di tutti, mi viene di pensare risale alla route invernale del mio anno di noviziato. Tutto mi sembrava nuovo, ed effettivamente i cambiamenti erano stati radicali per me. A partire dall’esperienza della strada: non ero per niente abituata a camminare, la mia paura era quella di non riuscire a tenere il passo, di non poterla apprezzare come tutti coloro che ne parlavano. Quel giorno era stato molto faticoso e la meta, di sera, sembrava ormai quasi irraggiungibile: ero così stanca che, passo dopo passo, mi si chiudevano quasi gli occhi. Ma ecco che la nostra maestra di noviziato dice: “Eccoci arrivati!”. A quel punto ricordo di essermi fermata e girata: il sole era tramontato, la luce era soffusa, vedevo un bel tratto di strada fatta e, ad occhio nudo, scorgevo il punto di partenza della durissima salita. Ce l’avevo fatta, nonostante tutto, nonostante la stanchezza e la mia paura di non poterci riuscire. In quel momento ho pensato di voler ancora vivere tante esperienze così, per poi potermi girare, guardare, o meglio dire contemplare, ciò che ci lasciamo alle spalle e avere la possibilità di dire, sempre: “Posso fare molto più di quello che credo!”.